
Raja


TRAMA
RAJA (Danzatrice persiana) Giovane persiana amante della danza, per amore del ballo finisce all'interno del palazzo reale di Muyassar Nadir, un sultano orientale che innamoratosi di lei perdutamente, fara' di tutto per tenerla nel suo palazzo. Innamoratasi anche lei del giovane e attraente sultano, la danzatrice pero' scopre un mondo marcio e collegato alla malavita del'uomo fuggendo da lui ripetute volte dopo essere stata ritrovata e rinchiusa nel palazzo fino a quando riesce a nascondersi all'interno di un monastero spacciandosi per monaca. Sara' l'inizio di un percorso di liberazione da tutto quel passato che l'aveva costretta a nascondere il suo femminile piu' volte violato o imprigionato,un femminile che riuscira' a emergere sempre piu' liberamente pero' grazie all'incontro con un ragazzo che salva la donna da un tentato suicidio illusorio con il quale la persiana aveva creduto di potersi liberare da una realta' che l'aveva portata a essere prigioniera e quasi violata perfino all'interno del monastero presso il quale aveva cercato di proteggersi. Sara' grazie all'aiuto del nuovo amico, che Raja può iniziare a mettersi in viaggio verso la liberta' del suo essere per evitare di essere ritrovata dagli uomini al servizio di Muyassar che non si da' pace per aver perso la danzatrice per la quale ha completamente perso la testa e la ragione.
RUOLO DI ESPLORAZIONE INTERIORE: la parte di se' che permette di scoprire quanti tabu' e blocchi potrebbe aver edificato un femminile danzante per motivazioni di vario tipo.
Testi scritti da Valentina
CHI E' RAJA
Dire chi sono per me sarebbe cosi' semplice e facile. Eppure proprio questa semplice verita' dell'essenza che sento di essere, mi ha portata a fuggire per il mondo da numerose figure maschili. Chi sono dunque per essere stata costretta a fuggire e a nascondermi per cosi' tanto tempo, e qual'e' il vero motivo? Il mio nome e' Raja, e sono una danzatrice di origine persiana. La mia amata Persia,la terra in cui tutto sembra una magia da mille e una notte, o forse dovrei dire da mille e una fiaba. Eppure e' stata proprio la mia essenza danzerina ad avermi messo in grandi guai, nonostante non avessi desiderato chiedere altro alla vita se non quello di ballare. Ballare, danzare, celebrare la vita con la danza, celebrare con la danza tutto quello che vedevo intorno a me. Ogni volta che danzavo, sentivo la mia anima toccare le vette piu' alte del cielo, come se intorno a me l'intero cosmo ballasse insieme a me. Una sensazione cosi' difficile da spiegare, ma cosi' incredibilmente magica.Come se tutto fosse incredibilmente fuso attraverso la danza e me.Non chiedevo altro se non quello di ballare. Eppure il ballo in casa mia non veniva visto cosi',anzi mi era stato proibito di danzare perche' se solo provavo a indossare delle vesti colorate in cui volteggiare leggera, venivo etichettata dalla mia stessa famiglia come se fosse indegnoso , provocatorio e che non mi avrebbe permesso di guadagnarmi da vivere. Non ho mai capito il perche'. Possibile che danzare fosse provocatorio o considerato indegnoso? Mi sono quindi sentita costretta sempre di piu' a chiudermi nella mia camera per ballare senza essere vista da nessuno, finche' un giorno scoprii la meraviglia di poter ballare in mezzo ad un bosco nel verde e a sentirmi ancora piu' felice di poter danzare insieme al vento e al fruscio delle foglie o delle fronde degli alberi che sembravano ballare insieme a me. Presi l'abitudine di andare a ballare li', in quel bosco ogni giorno. L'unico posto in cui mi potevo sentire davvero io e libera di esprimere cio' che ero. Ma qualcosa un giorno, aveva poi cambiato tutto. Venni vista da un uomo che furtivamente inizio' a osservarmi danzare in quel bosco per poi uscire allo scoperto ed elogiarmi come se avesse visto qualcosa di imperdibile. Mi disse che un uomo avrebbe apprezzato la mia danza e che non avrei dovuto far altro che seguirlo. Nonostante la mia curiosita', mi opposi rifiutando di seguirlo. Ma dopo pochi giorni in quel boschetto, giunsero degli uomini al suo posto che mi presero con la forza, umiliandomi, e obbligandomi ad andare proprio dall'uomo che avrebbe segnato nel bene e nel male il mio nuovo cammino per amore della danza. Venni trascinata al cospetto di Muyassar Nadir, il piu' ricco,giovane e bel sultano orientale che appena mi vide rimase talmente folgorato, da chiedermi di restare a palazzo per lavorare ballando per lui assieme ad altre danzatrici. Muyassar era un sultano pieno di fascino, di carisma, di poesia, di magia.Ma nascondeva anche qualcosa di violento che mai avrei pensato, ma che scoprii solo diverso tempo dopo. Muyassar riusci' comunque a conquistare la mia fiducia, assicurandomi un lavoro come danzatrice di palazzo permettendomi di vivere in quel lussuoso posto assieme ad altre danzatrici. Il mio sogno di danzare sembrava ad un passo dall'essere realizzato e in un contesto incredibilmente fiabesco e oltre ogni mia aspettativa. Che cosa avrei potuto desiderare di piu'? Fu l'inizio di qualcosa di incredibilmente bello, quasi fiabesco, ma allo stesso tempo fu la mia condanna al nascondermi, perche' mosso da un sentimento di amore distorto per me a causa della sua gelosia, Muyassar inizio' a farmi sentire come se fossi una delle sue proprieta', e scoprii la vera motivazione per la quale era diventato cosi' ricco, cosi' potente, e cosi' temuto nonostante la sua giovane eta' perfino da colossi di brutti giri di affari.Fui costretta a fuggire da palazzo ripetute volte perche' i suoi uomini riuscirono sempre a trovarmi e riportarmi a palazzo, fino a quando trovai un modo per nascondermi spacciandomi per una monaca all'interno di un monastero, ignara che anche li' dentro, qualcosa aveva cercato di sporcarmi e violare il mio femminile danzerino. Il resto lo raccontero' strada facendo, a partire dai giorni in cui mi nascosi nel monastero dal quale riuscii a fuggire solo grazie ad un giovane nigeriano di nome Malik che io per prima avevo salvato nel cimitero del monastero tirandolo fuori da una bara dopo essere stato seppellito vivo. E' grazie a Malik se ora posso raccontare le mie peripezie su come sono riuscita a lasciare il monastero, e a quello che e' poi successo per aiutarmi a liberarmi dagli uomini di Muyassar pronti a riportarmi a palazzo. L'amore per la danza mi ha portato a fuggire, e chissa' forse era proprio attraverso l'amore per la danza che avrei dovuto capire qualcosa di me che non ero ancora riuscita a vedere e dal quale ho continuato a fuggire da tempo. La vita e' proprio come dei passi di danza: a volte solitari, a volte in coppia, a volte in gruppo, a volte delicati, a volte passionali, a volte saltellanti, a volte accesi, a volte ripetitivi, a volte saltuari.Potrei andare avanti per ore a parlare della danza, ma preferisco raccontare di me un po' alla volta, proprio come dei passi di danza, uno dopo l'altro.
Raja
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