RISVEGLIO IN TERRA TERRESTRE "ALIENA"
Kheyd apre gli occhi svegliato da una sensazione di fresco insolita e sconosciuta che lo porta a esplorare con un movimento rapido degli occhi la superficie sulla quale si sente a contatto e steso. Intorno a lui tutto e' buio, ed edifici grigi edificati intorno gli danno immediatamente una sensazione negativa. Si solleva dal suolo spaventato e disorientato osservandosi poi le mani fasciate da un paio di guanti di pelle nera dello stesso tipo di tessuto degli abiti che rivestono il suo corpo. Gira e ruota le mani contemplando i palmi a dita aperte quasi come se stesse guardando qualcosa di se' di strano o che non riconosce. Dei suoni altrettanto insoliti lo fanno girare allarmato vedendo delle sagome di persone che non ha mai visto e che camminano o chiacchierano un po' allegramente e un po' seri, ma che gli trasmettono una sensazione di disagio portandolo ad allontanarsi rapidamente da quella zona come se stesse scappando andando a scontrarsi con un paio di passanti della strana citta' in cui si e' risvegliato. Qualcuno gli grida dietro qualcosa usando un linguaggio che non comprende che non gli e' familiare,e che emette dei suoni diversi da quelli a cui e' abituato. Ora i suoni delle voci di quelle persone, lo fanno sentire come se gli avessero riversato addosso qualcosa di pesante e da evitare. Spaesato e disorientato cerca una meta o un rifugio in cui rintanarsi lontano da tutte quelle cose cosi' strane e sconosciute, entrando in una sorta di panico come se improvvisamente si fosse ritrovato da solo.
"Ehi stai bene?"
Una voce femminile alle sue spalle lo guarda con stupore in un momento in cui lui si e' afferrato con le mani al palo di un lampione come se avesse finito per perdere l'equilibrio.
" Tutto...bene? Sei....pallido..."
Gli dice la giovane che si e' avvicinata a lui con circospezione e vedendo lo sguardo di Kheyd perso nel vuoto e in un'espressione di timore. Nonostante questo, Kheyd non riesce a emettere nessun suono di voce per cercare di comunicare qualcosa se non attraverso lo sguardo.
"Hai bisogno di aiuto? Non riesci a parlare? O forse non comprendi la mia lingua? Sei un forestiero?"
La giovane tempesta Kheyd di domande, che pero' lui non comprende minimamente facendolo entrare in ansia ancora di piu'. La giovane se ne accorge dal respiro e dallo sguardo, cercando quindi di muovere le mani lentamente per aiutarlo a restare calmo.
"Va bene, chiunque tu sei voglio aiutarti. Forse ti sei perso e non puoi parlare. Ma forse puoi sentirmi."
La giovane gesticola vedendo lo sguardo di Kheyd seguire i movimenti delle sue mani con gli occhi.
" Va bene, seguimi. Mi sa proprio che hai bisogno di aiuto.Vieni..."
La giovane si incammina lentamente verso una strada vicina vedendo pero' Kheyd restare immobile. Lo invita a seguirla con un gesto della mano, ma ancora una volta Kheyd resta immobile portando poi la giovane a riavvicinarsi a lui, e con un movimento gentile della mano gli afferra la sua mano.
"Vieni....seguimi..."
Kheyd vede poi qualcosa che finalmente lo rassicura: un sorriso delinearsi gentile sulle labbra della giovane dai lunghi capelli castani raccolti in specie di treccine che le danno un aspetto etnico. Grazie proprio a quel sorriso tradotto nel suo linguaggio interiore come un movimento rassicurante e amico, Kheyd inizia quindi a seguire la giovane che l'avrebbe portato in una struttura abbandonata di un vecchio magazzino e che ora e' diventato rifugio di un gruppo di senzatetto e che avrebbe cercato di aiutarlo. Per Kheyd pero' quel mondo e luoghi nuovi, e il suo stesso aspetto fisico in cui non si riconosce, l'avrebbero portato a comprendere sempre maggiormente di essere finito in una dimensione terrena in cui avrebbe dovuto imparare tutto, e soprattutto a imparare a difendersi da qualunque tipo di pericolo con strumenti o "armi" ancora per lui sconosciute.