PERSIA/IRAN - PALAZZO REALE
In una prospera zona di quella terra conosciuta nell'antichita' come Persia, e dove si erge un palazzo imperiale, due uomini percorrono un cortile al cui centro e' collocata una vasca d'acqua che "preannuncia" l'ingresso al prestigioso palazzo reale. Dall'interno si ode una musica orientale e delicati tintillii di sonagli che vanno a ritmo di quel tipo di musica.I due uomini fanno ingresso nel cortile reale accolti da un uomo con una tunica e un turbante in testa.
"Siamo qui per vedere Muyassar Nadhir"
" Omar e Kalendy?"
I due annuiscono.
"Muyassar vi stava aspettando."
L'uomo conduce i due all'interno del palazzo percorrendo prestigiose stanze per arrivare in una vasta sala dove la musica e' piu' alta, ma al tempo stesso invitante come l'ambiente. Danzatrici con abiti orientali a ventri scoperti, danzano sulle note di quella musica muovendo i loro bacini e le loro braccia per far suonare dei sonaglini con cui si accompagnano nei loro movimenti sotto gli occhi di un uomo con un turbante in testa diverso pero' da quello degli inservienti che circolano nel palazzo. Il giovane dallo sguardo penetrante, nonostante la sua giovane eta', non sembra trasmettere l'espressione di un giovane inesperto.
"Eccolo...."
L'uomo che porta il nome Omar si dirige seguito dal suo compagno di viaggio, verso l'uomo con il turbante diverso dagli altri, e che steso su dei cuscini per terra, osserva le danzatrici che lo intrattengono sensualmente con antiche danze.L'uomo alza lo sguardo verso Omar e l'altro uomo facendo un cenno con la mano come in segno di attesa, come se non avesse nessuna intenzione di distrarsi per perdersi qualcosa di quella danza.Dopo alcuni minuti, l'uomo batte un paio di volte le mani e la musica si interrompe come le danze delle donne.
"Andate pure per ora"
Il giovane si alza raggiungendo gli ospiti con camminata lenta, leggiadra e maestosa.
"Muyassàr ..."
Lo salutano i due unendo le mani con i palmi come tipico saluto orientale facendo una specie di inchino al giovane sultano che annuisce apprezzando il saluto di rispetto che i due gli porgono.
"Vi aspettavo. Ma non potevo di certo interrompere le mie dee. E a proposito di dee...."
Muyassar Nadhir allunga lentamente una mano verso un'altra stanza invitando i due verso quella direzione. Due servi spostano una spessa tenda rossa per farli passare, quindi i tre si dirigono verso una nuova area per poter parlare piu' privatamente.
"Dunque ditemi. L'avete trovata?"
" Veniamo ora da Shangai"
" Ebbene? Cheng-Yang l'ha trovata?"
Omar assume un'espressione seria.
" No maesta'. Purtroppo non ancora. Gli uomini incaricati della cosa hanno fallito. Ma sembra che abbiano trovato una traccia a Las Vegas. Ci dispiace darle questa notizia..."
Il sultano li guarda con occhi seri.
" Questa e' la trentaquattresima volta che mi portate notizie negative."
" Comprendiamo maesta', ma e' stato piu' difficile del previsto."
"Quando l'avrete trovata, non dovete torcerle un capello. Nessun graffio. Avete capito?"
Lo sguardo del giovane sultano e' pacatamente inquietante.
" Maesta'...noi comprendiamo la sua frustrazione.Era sicuramente una delle piu' belle, ma se posso permettermi, quelle che sono rimaste a palazzo, sono ancora piu' belle e ...non dovete pensare di aver perso il gioiello piu' prezioso.Potete permettervi di comprarne ancora di piu' belle"
" Si vede che non ve ne intendete per niente. Andate a Las Vegas e portatemi indietro il mio gioiello"
"Naturalmente..."
I due sorridono per poi inchinarsi con un altro saluto a mani congiunte.
" Le faremo sapere maesta' "
"La trentacinquesima volta, esigo che il mio prezioso gioiello sia nuovamente qui. Ci pensero' poi io a occuparmi della sua ingiustificabile o oltraggiosa fuga. "
I due fanno un altro inchino per poi dileguarsi.