FUGA VERSO LA LIBERTA' DALLA PRIGIONIA DI "PROTEZIONE"
( I dialoghi del nigeriano sono stati scritti da Claudio. Avventura scritta a quattro mani )
Quando il dolore frantuma il fisico ed il cuore, niente e nessuno può aiutarti a riconoscere il bene, e si va avanti imprigionati da un senso di non appartenenza ed estraneità. Crudeli momenti bui scavano dentro l'animo fino a prosciugarne l'essenza vitale di una donna rinchiusa da catene d'acciaio che le concedono solo la possibilità di sopravvivere nel profondo silenzio dell'inquietudine...un silenzio in cui spesso viene il dubbio se sia il caso di respirare o meno.Il dolore ha logorato l'animo di Raja, persa nella sua disperazione e abbandonata all'inerzia di un mondo che non le appartiene più, che ha scaraventato la sua dignità per terra calpestandola senza un briciolo di pietà. Gradualmente la sua forza è diventata tristezza e il peso del dolore, quel male di morte, di promesse non mantenute, di accuse, di violenza e di libertà negata è diventato pesante quanto un macigno che l'ha fatta sprofondare negli abissi di un mare in tempesta. Una forza oscura che l'ha ricacciata indietro, tirandola per i piedi e inghiottendola nel buio della solitudine. Fuggita dalle angherie e prigionie del sultano Muyassar, Raja aveva visto il monastero come luogo in cui potersi rifugiare lontana dal pericolo, inconsapevole che quello stesso luogo di preghiera sarebbe divenuto una prigione per lei ancora più asfissiante. Un inferno di proibizioni nel quale avrebbe dovuto subire le sevizie fisiche e le coercizioni psicologiche del monsignore Leandro, un uomo subdolo e vigliacco capace di elevarsi a dio in suo nome con lo scopo di abusare sessualmente delle monache facenti parte dell'ordine.Un destino beffardo che l'ha voluta imprigionare in un inferno le cui fiamme hanno divorato la fiducia in se stessa, l'orgoglio di essere donna, di essere libera di pensare e di agire come un essere umano e non come un oggetto di contesa pensato per appagare e sopportare la violenza maschile.Le cicatrici che hanno contaminato e distrutto il suo animo accrescono e sono ancor più dolorose di quanto non lo sarebbero dieci, venti, cento pugnalate nel cuore. Mentre lacrime di disperazione solcano il suo niveo volto, Raja riesce a malapena a pronunciare brevi parole in un debole sussurro, supplicando Malik di portarla fuori da quella prigione.Il nigeriano capisce che Raja non avrebbe avuto la forza sufficiente a fuggire dal monastero con le proprie gambe, e così si fa subito carico di tutto il peso del suo corpo, reggendola tra le sue braccia.
"Ce ne andremo da qui Raja, te lo prometto.Nessuno mi impedirà di portarti fuori da questo inferno, nessuno!"
Il vento gli sfiora il viso mentre il buio attanaglia il suo sguardo facendosi strada tra i silenziosi corridoi del monastero. Malik avrebbe varcato insormontabili ostacoli pur di portare fuori da quella prigione Raja. Con tutta la forza di questo mondo avrebbe affrontato di persona anche la malvagità di Leandro se questi avesse provato a fermarlo.Trascorsi pochi secondi necessari a liberare il passaggio, il nigeriano si immette nel tunnel segreto contraddistinto da una totale mancanza di aria respirabile e di luce. Tenendo ancora il corpo di Raja tra le sue braccia, Malik continua a correre senza mai fermarsi, voltandosi ogni tanto indietro per controllare che nessuno lo segua. L'affanno aumenta e la vista gli si offusca leggermente, ma lui prosegue più veloce che può nell'oscurità di quella fuga che potrebbe stravolgere per sempre il destino di entrambi. Malik poggia con calma Raja su di una panchina in pietra, sedendosi di fianco a lei nell'attesa che possa riprendersi dallo stato di shock.
"Raja... sei al sicuro ora, sei qui con me."
Le dice accarezzandole delicatamente il volto in un gesto istintivo venuto dal cuore. Raja sente la voce di Malik che le parla con parole di protezione e sicurezza. Un perfetto estraneo che sembra quasi capire un suo dramma interiore senza che nemmeno lei abbia minimamente raccontato qualcosa delle azioni di Leandro o del suo tormentato passato. Malik non sa niente di lei se non il suo gesto di aver tentato di togliersi la vita. E probabilmente e' bastato solo questo al nigeriano per fargli capire che per arrivare ad un gesto simile, deve trattarsi come reazione e conseguenza ad una vita arida e insoddisfacente. Oppure forse Malik nonostante non sappia nulla, ha percepito qualcosa. Raja non si pone pero' il problema, ma per la prima volta in vita sua si gode qualcosa : l'essere sollevata in braccio e portata via da quel posto.Il solo gesto di essere sollevata e presa in braccio da qualcuno, le da' una sensazione nuova o forse dimenticata. Le uniche braccia che l'avevano sollevata in braccio erano state quelle di sua madre quand'era piccola, nemmeno quelle del padre ricorda piu'. Raja si abbandona a quel perfetto sconosciuto come se sentisse di potersi fidare per la prima volta di un ... UOMO.
Capisce di essere fuori da quel luogo tetro e imprigionante, solo quando sente l'aria esterna non appena Malik la porta finalmente fuori.Viene quindi adagiata su una panchina di pietra dal nigeriano che prima di continuare a camminare, vuole verificare la sua almeno lieve ripresa emozionale regalandole una tenera carezza sul viso. Anche quel gesto e' quasi nuovo per lei. Non che non abbia mai ricevuto carezze, ma...non con quella delicatezza.
Raja apre gli occhi restando abbandonata sulla panchina per qualche attimo sentendo la voce di lui che le parla.
"Al sicuro?"
Mormora in una fioca domanda appena udibile mentre lo guarda. Con gli occhi cerca di guardarsi intorno riconoscendo pero' ancora l'ambiente esterno del monastero.
"Lui mi perseguita...ti prego andiamo via.Ovunque vuoi...ti prego.... ti prego....non ho mai pregato nessuno....prego te."
Probabilmente a Malik sarebbe sembrata strana quell'affermazione da parte di una " monaca " in un monastero che afferma di non aver mai pregato nessuno. Eppure la donna pronuncia una simile affermazione.
"Si accorgera'! Verra' a cercarmi! Ti prego!! Ti prego!!!"
Raja si solleva mettendosi seduta e afferrando la maglia di Malik con le mani e agitandosi nuovamente all'idea di non essere ancora del tutto al sicuro.
Intanto Leandro accortosi dell'assenza di Raja dopo essere andato da lei ancora prima del tempo datole per pensare, inizia a capire che qualcosa non sta andando come aveva programmato. Raja non avrebbe dovuto nemmeno dovuto mettere in conto di sparire da quella cella col rischio di essere rimandata dagli uomini che erano venuti a cercarla. Inizia a girare come un pazzo per i corridoi andando poi ad aprire il portone esterno per attraversare il cortile e assicurarsi che lei non sia uscita dall'edificio, ignaro che proprio il nigeriano salvato, stia ora salvando Raja per aiutarla ad abbandonare finalmente l'ambiente di prigionia che fino a quel momento paradossalmente l'aveva tenuta al sicuro da altre fonti di pericoli.